Quando si parla di regole alimentari ebraiche, capita spesso di leggere o ascoltare termini lievemente diversi, come cacher e, più frequentemente kosher o kasher.
Quale è dunque il termine giusto? Le diciture sono entrambe corrette ed hanno lo stesso significato. Kosher è la pronuncia ashenazita mentre kasher è la pronuncia sefardita.
Gli ebrei sefarditi sono quelli che nel medioevo risiedevano nella penisola iberica, ossia in Spagna, e che provenivano da colonie ebree del vicino oriente. In seguito alle azioni dell’Inquisizione Spagnola e alla cacciata degli ebrei dalla Spagna alla fine del ‘400, molti ebrei sefarditi giunsero a Roma.
Gli aschenaziti, invece, sono gli ebrei che derivano dalle comunità ebraiche medioevali della valle del Reno, dunque del Nord Europa. Gli ebrei aschenaziti sono di gran lunga più numerosi degli ebrei sefarditi e rappresentano la maggior parte della popolazione ebraica mondiale. Inoltre, negli anni ’30 e ’40 del ‘900, molti ebrei aschenaziti scapparono dalle persecuzioni rifugiandosi negli USA, ma anche in Sud America, in Canada e in Australia, dove costituiscono la maggior parte della popolazione ebraica di quei paesi. Solo in Israele esiste una rappresentatività di pressoché tutti i gruppi ebraici.
La maggioranza numerica degli ebrei aschenaziti, ha fatto sì che si imponesse la loro pronuncia più gutturale del termine, kosher appunto, anche se a Roma viene molto usato anche la pronuncia kasher.
In Francia viene anche usata la scrittura cacher.
Che si scriva o pronunci cacher, kosher o kasher, il significato resta lo stesso, un cibo idoneo o adatto secondo le regole alimentari ebraiche. Scopri di più sulle regole kosher!
Se invece quello che ti interessa davvero è assaggiare la vera cucina kosher (o kasher, che dir si voglia!), vieni a trovarci!
Ho scoperto solo ora l’esistenza del vino Kosher, non l’ho ancora gustato ma penso di farlo quanto prima,
Mi sembra scritto molto bene e con chiarezza.Felice sera