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Come abbiamo spiegato in un precedente articolo sul funzionamento del calendario ebraico, ogni 7 anni cade l’anno Sabbatico durante il quale i campi vengono lasciati a riposo ed i debiti annullati.
Tuttavia è evidente che il rispetto letterale di questo precetto (l’annullamento dei debiti) avrebbe fatto sì che molti non prestassero più denaro per paura di non vederselo restituito. Ciò avrebbe danneggiato in primo luogo gli indigenti, che non avrebbero più ricevuto prestiti con facilità, soprattutto negli anni immediatamente precedenti all’Anno Sabbatico. Il precetto, quindi, finiva per ottenere un risultato opposto a quello che si prefiggeva: invece di aiutare i poveri li danneggiava.
D’altro canto l’Anno Sabbatico è un’istituzione rabbinica per cui, per giustificati motivi, si può cercare un compromesso tra la sua abolizione e il rispetto integrale e letterale dei sui precetti. E’ per questo che la Legge Scritta venne integrata con la Tradizione Orale che prevede la pratica del prosbul.
Il prosbul (dal greco pros boulè ossia “davanti al tribunale”) è una pratica legale ideata durante gli ultimi anni del Secondo Tempio di Gerusalemme (ultimo secolo dell’Era Volgare) dal rabbino Hillel, capo della comunità di Gerusalemme.
Il debitore pronuncia una formula davanti al tribunale impegnandosi a restituire il debito anche durante l’anno sabbatico. Con questo decreto, emanato pubblicamente dai rabbini, è il Tribunale a riscuotere il credito, facendosi garante verso il creditore. In questo modo colui che impresta denaro si esime dal rispettare alla lettera la prescrizione dell’Anno Sabbatico di condonare tutti i crediti. Il decreto cambiò tecnicamente lo status dei prestiti privati che diventavano di dominio pubblico, permettendo ai poveri di ricevere prestiti senza interessi anche prima dell’Anno Sabbatico e tutelando al contempo i creditori.
Poiché la regola della remissione dei debiti non è stata annullata ma aggirata tramite il prosbul, è implicito il suggerimento a cercare di rispettare la prescrizione in pieno, dunque a rimettere i debiti, raggiungendo così un’elevazione spirituale che avvicina a quella dei padri dell’ebraismo Abramo, Isacco e Giacobbe. Questo è, però, solo un suggerimento e non un obbligo.